I.L di Osamu Tezuka, del bisogno di crescere e stare al passo con i tempi


Articolo pubblicato in origine il 5 Novembre 2018

Pochi giorni fa è caduto il 90° anniversario della nascita di Osamu Tezuka, uno dei più importanti fumettisti della storia. Negli anni ci si è infatti spesso riferiti a lui come il Dio dei Manga sia per la sua produzione sconfinata che, soprattutto, per essere stato l'autore che ha maggiormente influenzato l'intero panorama del fumetto giapponese. Per questo motivo non si può fare a meno di accogliere con entusiasmo il rinnovato interesse da parte degli editori e dei lettori per le sue opere. L'occasione di questo anniversario ha infatti dato il via a interessanti operazione legate a Tezuka tra cui la Osamushi Collection, una collana con cui J-Pop ha intenzione di pubblicare un ragguardevole numero di inediti del maestro assieme a molte riedizioni di manga già editi in Italia da Hazard Edizioni. Apripista è questo I.L - La Ragazza dai Mille Volti, un inedito, a cui ne seguiranno molti altri.



Pubblicato tra il 1969 e il 1970 sulle pagine di Big Comic, I.L si apre sulla storia di un famoso regista di melodrammi caduto in disgrazia perché incapace di stare al passo con i tempi con le proprie opere. Dopo una breve serie di vicende dalla natura tanto misteriosa quanto ilare, Daisuke Imari -questo il nome del regista- viene ingaggiato da Dracula in persona per realizzare dei film fantastici e surreali. Al regista viene anche affidata una donna, la I.L del titolo, dalla natura artificiale in grado di assumere l'aspetto di chiunque voglia a patto che ne conosca i tratti o che sia vicino a qualcuno che riesca a rievocarli nella propria mente; un'attrice perfetta per i film per Daisuke. Da questo spunto della prima ventina di pagine, la storia deraglia completamente da quelle che sembravano essere le premesse: I.L si fa protagonista di una serie di storie episodiche in cui viene assunta di volta in volta da persone che vogliono che prenda il loro posto in situazioni pericolose o spiacevoli.

Superato il tradimento delle premesse del primo capitolo, Tezuka dà il via ad una serie di capitoli che raccontano la società giapponese dell'epoca per indagarne i lati più oscuri e toccare molteplici delle tematiche a lui più care. Il tema principale dell'opera si rivela essere sin da subito la corruzione dell'animo che si impossessa dell'umanità delle persone e che si manifesta nei più disparati ambiti: la politica, la religione, la guerra, le relazioni sentimentali e, persino, l'arte. Nelle vicende in cui è coinvolta I.L, essere non umano e, forse proprio in virtù di questo, pendolo morale delle storie, nulla sembra al sicuro dalla corruzione umana.


La fine degli anni sessanta è un periodo in cui il mondo dei manga è in fermento: il panorama mainstream si sta arricchendo delle prime riviste Seinen¹, i cui contenuti erano indirizzati al pubblico cresciuto durante il boom dei manga shonen del decennio precedente; il panorama underground invece era in pieno periodo Gekiga², corrente artistica in cui autori come i fratelli Tsuge e Yoshiharu Tatsumi, con le loro storie drammatiche e neorealiste, stavano spingendo i limiti di cosa il fumetto giapponese potesse (o dovesse) raccontare. Tutto d'un tratto, dopo aver passato anni ad essere IL pioniere del fumetto giapponese, Tezuka iniziava a non sentirsi più al passo con i tempi.

In questo periodo nasce I.L, una delle prime opere Seinen del Dio dei Manga create in risposta alle nuove mode del settore, ed è proprio tenendo a mente questo che l'incipit di questo manga acquisisce un senso. Daisuke Imari, il regista d'incredibile successo caduto in disgrazia perché incapace di di stare al passo con i tempi, è un alter-ego dell'autore e rappresenta il suo rapporto conflittuale con queste nuove mode del fumetto. Rapporto che era conflittuale soprattutto con la corrente Gekiga, i cui artisti erano cresciuti con il mito di Osamu Tezuka e che, una volta diventati anche loro fumettisti, chiesero la benedizione al loro maestro. Tezuka non gliela concesse, trovava inconcepibile l'idea di un "manga che non è un manga", di un fumetto che fosse esclusivamente drammatico. Con gli anni sappiamo che si ricrederà e che le sue opere saranno sempre più contaminate dalla loro visione, ma alla fine degli anni '60 continuava a guardarla con scetticismo e distacco.
In I.L Tezuka arriva persino a schernire il Gekiga: nelle due tavole di apertura troviamo un assaggio dell'ultimo film del protagonista, "Sua Altezza Testicolo", che si compone di una scena sessuale, disegnata con uno stile derivato dall'arte giapponese Ukiyo-e, piuttosto priva di mordente e dai dialoghi nonsense. È palesemente un polpettone finto-intellettuale che Imari rivela d'aver realizzato appositamente per ridicolizzare i "film" dell'epoca. Sempre dal primo capitolo viene la conferma che Tezuka si stia riferendo proprio al Gekiga: è infatti impossibile non riconoscere lo stile iperrealista di alcune vignette di Yoshiharu Tsuge nelle immagini che accompagnano i pensieri di Imari sui "tempi d'oggi".


I racconti che compongono I.L appaiono quindi come un tentativo di guardare alla società contemporanea con lo stesso occhio critico con cui lo facevano i colleghi più giovani di Tezuka, tentando però allo stesso tempo di non perdere quell'elemento fantastico che ha sempre caratterizzato le sue opere precedenti e che qui è rappresentato da I.L stessa. Questa protagonista non è solo un'altra manifestazione di uno dei temi più cari dell'autore, ovvero gli esseri non-umani e il loro rapporto con gli esseri umani, ma anche l'elemento fantastico con cui Tezuka cerca di non perdere sé stesso mentre attraversa questa "fase di mezzo". Fase che si riflette anche nei suoi disegni: i personaggi iniziano ad allungarsi acquisendo proporzioni più realistiche seppur ancora tondeggianti, fatta eccezione del protagonista che in quanto emblema del passato di Tezuka è disegnato basso e sproporzionato; le influenze dal teatro e dall'animazione iniziano a fare spazio ad alcune sequenze prese dal cinema; mentre sfondi e primi piani iniziano a sfoderare un tratto estremamente realistico e curato.

Questo "viaggio nel mondo degli adulti" non sembra salutare per Tezuka, che decide di chiudere l'opera in una nota davvero negativa: la corruzione umana pare annidarsi in chiunque e I.L dichiara esasperata "I mortali sono tutti ignobili! Peggio dei demoni!". Tezuka apre un unico spiraglio di speranza nel penultimo capitolo, dove l'amore appare come l'unica salvezza in un mondo così corrotto, ma nel finale cade in un pessimismo cosmico. Imari, segnato profondamente delle ingiustizie e dalle follie a cui ha assistito nel corso dell'opera, ha subito una metamorfosi e ha acquisito tratti grafici più adulti. Disarmato dinanzi a tutto questo dolore, Imari/Tezuka prova a rinnegare questa deriva adulta e si rivolge a I.L, ultimo spiraglio di luce in questo mondo perché non-umana, ultimo elemento fantastico rimasto nell'opera. Ma ormai è troppo tardi, è impossibile dimenticare ciò che si è visto e Imari nel malinconico finale finisce per sedersi sulla tomba del passato ingenuo del suo autore.


Nel suo pessimismo e nella sua struttura, I.L è accostabile a Sul Fondo del Cielo, la raccolta di racconti, tutti slegati tra loro, pubblicata in Italia da Hazard Edizioni e che Tezuka pubblicò tra il 1968 e il 1970 (quindi in quasi contemporanea). I.L non raggiunge però la stessa complessità narrativa e audacia visiva di quei racconti. Alcune delle storie risentono dell'esiguo numero di pagine di ciascun capitolo e qualche tematica potrebbe risultare ridondante, ma soprattutto Tezuka non è riuscito a dare una coesione alla linea narrativa principale. La cornice di questi racconti, per quanto rappresenti un interessantissimo e riuscitissimo racconto metanarrativo, manca di coerenza tra il primo capitolo e il resto dell'opera in cui Tezuka tenta costantemente di aggiustare il tiro. Per questo e per altri motivi, non è possibile inserire I.L tra le opere più grandi del maestro Tezuka, ma rimane incredibilmente degna di nota, oltre che una fondamentale testimonianza della sua continua evoluzione artistica.

Note

1. Termine con cui si indicano i manga che si rivolgono ad un pubblico di ragazzi maggiorenni
2. Corrente artistica che contrapponeva ai Man-Ga (Immagini Divertenti) i propri Geki-Ga (Immagini Drammatiche), fumetti dal forte realismo ed impegno sociale che si diffusero soprattutto negli anni '60.

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